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Area Riservata

Il Consorzio


La Storia


Il Consorzio di Bonifica del Ferro e dello Sparviero veniva costituito con deliberazione della Giunta Regionale numero 2972 del 30 maggio 1994, a seguito della riperimetrazione dei Consorzi di Bonifica approvata dalla Regione Calabria con deliberazione del Consiglio n. 354 del 28.02.94, in attuazione della legge regionale 10 marzo 1988, n.5.
Il comprensorio del Consorzio si estendeva su una superficie di 21.889 Ha, includente territori dei comuni di Rocca Imperiale, Montegiordano, Roseto Capo Spulico, Amendolara, Albidona, Trebisacce, Villapiana, Francavilla Marittima, Cerchiara di Calabria.
La costituzione del Consorzio, così riperimetrato, si rendeva indispensabile, per come evidenziato nella narrativa della delibera costitutiva n. 2972/94, per garantire la prosecuzione della trasformazione irrigua del territorio operata con l'impianto irriguo Sinni e lo svolgimento delle attività  relative all'irrigazione, attesa l'estraneità  a tali compiti della Comunità  Montana dell'Alto Jonio, cui erano state temporaneamente trasferite le funzioni del soppresso Consorzio di Bonifica Montana omonimo.
L'identificazione del perimetro consortile rispondeva al dettato della legge 437/68, con la quale lo Stato, al fine di garantire una azione continua nel tempo di tutela del territorio calabrese strutturalmente debole e fortemente esposto a degrado, ne statuiva la classificazione di bonifica, distinta in bonifica montana, per le aree interne, e in bonifica integrale per le rimanenti aree aventi giacitura contenuta nei trecento metri sul livello del mare.
Che l'Alto Jonio cosentino, all'epoca,  fosse abbisognevole di interventi coordinati e programmati di bonifica, quindi della presenza di una struttura consortile titolata ad espletare tali compiti, si trasformava in vera e propria esigenza, allorchè all'originario concetto di bonifica quale prosciugamento di terreni morfologicamente depressi, si associò quello più esteso di recupero del territorio rurale degradato da fenomeni e calamità  naturali, aggravati dalla spoliazione superficiale operata dall'uomo per sfruttamento delle masse legnose e per la messa a coltura di aree sempre più estese.
Fu così che ai sensi della legge 991/52, nel 1968 veniva costituito il Consorzio di Bonifica Montana del Ferro e dello Sparviero con sede in Trebisacce, con un comprensorio prevalentemente di bonifica montana, a ragione della preminente necessità  di contenere il degrado idrogeologico in atto, comprendente i territori dei Comuni di Albidona, Alessandria del Carretto, Amendolara, Canna, Castroregio, Montegiordano, Oriolo, Nocara, Plataci e Rocca Imperiale, dell'estensione di 54.323 Ha.
Si avviava, così, una sistematica attività  di bonifica, quale complesso di tutte quelle azioni tese al recupero e alla salvaguardia del territorio dal degrado naturale e/o conseguente ad azioni antropiche, e, per ciò stesso, prodrome della salvaguardia e della tutela dell'ambiente, che nell'arco di venti anni di vita dell'Ente ha consentito di aggredire le situazioni di maggiore rischio idrogeologico con opere di conservazione del suolo, di regimare il deflusso delle acque naturali su un terzo del territorio comprensoriale, di realizzare una fitta rete di strade di penetrazione, forestali, interpoderali e di bonifica, per uno sviluppo complessivo di circa 310 Km, di trasformare l'intera fascia costiera in territorio irrigabile, attrezzando 3050 Ha, a volere considerare gli interventi più significativi rilevabili dalla relazione sulla situazione giuridica, amministrativa e patrimoniale del soppresso Consorzio di Bonifica Montana redatta dal Commissario Liquidatore alla data del 31.12.89.
L'avvio dell'attività  amministrativa dell'allora Consorzio, con sede nei locali a ciò adibiti e realizzati nell'ambito dell'esecuzione dei lavori di costruzione dell'impianto irriguo alimentato con le acque del fiume Sinni, avveniva in data 1.11.94, una volta esperiti, da parte del Commissario pro tempore, i necessari adempimenti e acquisito il personale indicato nella delibera costitutiva  n. 2972/94.
Con successivo D.P.G.R. n. 1553 del 8.11.94, essendo intanto intervenuta la legge regionale n. 20 del 19.10.1992 che modificava l'art. 32 della richiamata legge regionale 5/88, riconfermando la competenza dei Consorzi di Bonifica in materia di Forestazione, venivano fissate le funzioni, le competenze, le attività , i beni e i rapporti giuridici, amministrativi e patrimoniali da trasferire al costituito Consorzio da parte degli enti già  titolari, operanti nel comprensorio consortile, rappresentati dal Consorzio di Bonifica della Piana di Sibari e della Media Valle del Crati e dalla Comunità  Montana dell'Alto Jonio.
In questo quadro generale, il Consorzio di Bonifica Integrale del Ferro e dello Sparviero di Trebisacce, al quale veniva concesso  di conservare l'intestazione "del Ferro e dello Sparviero", a voler indicare l'ideale prosecuzione, soprattutto in ordine all'intensa e qualificata operatività  ed ai significativi risultati positivi patrimoniali, dell'attività  di bonifica e miglioramento fondiario avviata nel 1969 dal soppresso Consorzio di Bonifica Montana omonimo.
L'avvio operativo dell'allora Consorzio, veniva caratterizzato dalla necessità  di fronteggiare le situazioni di emergenza legate al fermo delle attività  di bonifica ed irrigazione che si erano registrate all'indomani dell'avvenuta soppressione del Consorzio di Bonifica Montana omonimo.
L'Ente procedeva, così, ad attivare l'intero comparto irriguo, cosa completata nel 1996, anno in cui acquisiva la titolarità  delle attività  di forestazione, restituite dalle intervenute disposizioni legislative regionali ai Consorzi di Bonifica.
Non era ancora stabilizzato il trasferimento delle attività  di forestazione, che la Regione Calabria chiamava il Consorzio ad un più grande e qualificato compito, quale quello di gestire, in nome e per conto della stessa Regione, i servizi di bonifica nel limitrofo comprensorio del Consorzio di Bonifica Sibari Crati, sprofondato in un grave dissesto finanziario ed organizzativo.
Si aggiungevano, così, ad un territorio irrigabile proprio di 5.000 Ha circa altri 25.000 Ha, con una dotazione di personale aggiuntivo in posizione di comando e avventizio di circa duecento unità .
Tale gestione si protraeva fino al 31.12.98. Successivamente, nell'anno 1999, la Regione Calabria, con deliberazione del Consiglio n. 370/99 estendeva, sia pure temporaneamente, il perimetro consortile dell'Ente, includendovi il comprensorio del Consorzio di Bonifica Sibari Crati, ancora impedito in qualsiasi attività  dal grave dissesto, ormai divenuto cronico.
Con tale estensione comprensoriale, il Consorzio si ਠtrovato a dover gestire un territorio di 174.000 Ha, con attività  e impegno decuplicati, includenti quelle di forestazione su tutto il comprensorio per come esteso. Il bilancio dell'Ente, al suo avvio nel 1994 di poco superiore a 700.000.000 di vecchie lire, nel giro di cinque anni veniva a stabilizzarsi intorno ad 80 miliardi delle stesse vecchie lire, con una dotazione complessiva di personale, aggirantesi nei periodi di punta intorno a 1.200 unità .
Le cifre e i risultati della gestione, al di là  delle oggettive difficoltà  legate a liquidità  di cassa, sono molto più eloquenti di qualsivoglia descrizione di interventi avviati e portati a compimento.
I più di questi ultimi, per fronteggiare situazioni di rischio e porre rimedi negli impianti irrigui, per lo più obsoleti e fatiscenti, senza dimenticare il proprio ruolo propositivo che si concretizzava in nuove opere, quale l'invaso delle acque del t. Saraceno a servizio dei Giardini di Trebisacce, nella progettazione di nuove interventi, alcuni già  coperti di finanziamento, quale, ad esempio, la messa in sicurezza della traversa di Tarsia sul fiume Crati, la ristrutturazione della condotta adduttrice dell'impianto irriguo Sinni nel tratto in fregio al mare, il potenziamento della captazione e la ristrutturazione dell'impianto irriguo del Caldanello in agro di Cerchiara di Calabria, la captazione idrica nel T. Ferro e altre per le quali si rinvia alla unita monografia.
A ciò si aggiungava l'attività  di protezione civile avviata con l'assegnazione di mezzi meccanici da parte dell'Assessorato regionale all'Agricoltura che nell'alluvione del settembre 2000 aveva consentito di evitare l'amplificarsi di danni durante il verificarsi degli eventi alluvionali di eccezionale gravità , avendo garantito il deflusso delle acque a mare nelle zone più a rischio nei territori di Cassano, Corigliano e Rossano, mentre propri tecnici procedevano a sopralluoghi tesi ad accertare danni alle infrastrutture e alle opere di bonifica, che venivano sintetizzati in una relazione corredata da cartografia, documentazione fotografica e stima, inviata agli organismi statali e regionali competenti.
Il percorso costitutivo del Consorzio cessava alla data del 3.06.2002, allorchèsi insediava la prima amministrazione ordinaria in seguito alle elezioni svoltesi nel mese di aprile dello stesso anno, che per la prima volta in assoluto poneva in essere il coinvolgimento diretto nella gestione dell'Ente dei soggetti a ciò deputati, così conseguendo l'obiettivo primario della legge istitutiva dei Consorzi di Bonifica che, quali soggetti giuridici pubblici economici a struttura associativa a base privata e obbligatori, di autogoverno ed autogestione, conseguono un coordinamento tra l'azione pubblica e la partecipazione privata, sempre più in linea con i tempi e con le nuove leggi del mercato.
Sebbene tutto quanto esposto porti ad un bilancio di attività  complessivamente positivo e di notevole peso, per avere salvaguardata l'area più significativa a livello regionale dal punto di vista della produzione agricola e delle attività  produttive in genere, non ha, tuttavia, sino ad ora, consentito di concludere i complessi procedimenti amministrativi.
Le nuove normative in materia di bonifica di cui si dotatava la Regione Calabria, (L. R. 11/03), rappresentano lo strumento tanto atteso per porre ordine e ripristinare situazioni di regolarità  negli enti di bonifica, che sempre più si dimostrano essere insostituibili nelle funzioni ad essi proprie, e che, quali associazione di proprietari dei beni immobili ricadenti nei rispettivi comprensori, in prevalenza produttori agricoli, rappresentano l'unica realtà  di costante e reale presenza sul territorio, condizione basilare per la sua conservazione, tutela  e salvaguardia.
Ad oggi, anche la norma Regionali (L.R. 11/2003), risulta essere obsoleta ed isufficiente per sopraggiunte nuove problematiche, per cui si ਠdato corso a verifiche legislative e all'approvazione di  strumenti idonei, quali i Piani di Classifica per rendere compatibili ed attuali i Consorzi Calabresi alle moderne ed efficienti esigenze derivanti dal quadro Nazionale e Europeo.
I Consorzi si augurano che siano Dotati di nuove e moderne norme di legge e strumenti incisivi per far fronte alle continue e nuove richieste del territorio che pongono in essere periodici sconvolgimenti climatici, ambientali e le relative  ricadute sociali, di enorme e duratura portata.
Intanto, nel 2009 si ਠproceduto  al rinnovo degli organo amministrativi che hanno dotato l'Ente di nuove sinergie e nuova incisività  operativa.
Successivamente la Regione Calabria, con D.P.G.R. n. 26 del 28/02/2010, ha dato corso alla riperimetrazione consortile, istituendo il nuovo Consorzio denominato "Consorzio di Bonifica Integrale dei Bacini dello Jonio Cosentino", assegnandogli un comprensorio che ha inglobato il vecchio Consorzio Ferro-Sparviero, estendendolo su altri 23  comuni della provincia di Cosenza, per complessivi 91.877 ettari provenienti dalla soppressione del Consorzio Sibari-Crati e, definendo così un perimetro complessivo di 112.984 ettari.
Un Consorzio nuovo dunque che punta, attraverso l'operosità  e l'efficienza, non solo a valorizzare il comprensorio consortile, ma anche a stare al passo dei migliori Consorzi di Bonifica operanti sul territorio nazionale.
Non a caso , nel periodo di cui trattasi, l'immagine della testata del nostro sito ਠstata   rappresentata da un libro aperto con pagine non ancora scritte. Infatti, le scarne notizie che erano riportate su  la "Home Page" e in "Chi Siamo", enunciavano brevemente le norme e le necessità  per cui ਠnato il nuovo Consorzio di Bonifica.
Con il rinnovo degli organi politici-amministrativi del settembre 2014 e la ri-pubblicazione del nuovo sito web-istituzionale, conforme  ai dettati del D.Lgs. 33/2013, ad oggi possiamo solo enunciare le linee-guida e le iniziative con cui il Nuovo Consiglio intende cimentarsi per mettere in essere nuove funzionalità , nuove visibilità  e nuove operosità  che il Consorzio deve esprimere e rappresentare nel territorio di competenza.
Fermo restante il quadro normativo di riferimento e precisamente il D.P.R. 616 del 1977 che delega le Regioni a legiferare in materia di bonifica, pur sempre nell'ambito dei principi stabiliti con la Legge 215/1933 che, all'Art. 59 accredita i Consorzi di Bonifica Integrale come ""Persone Giuridiche Pubbliche".
Recependo poi, la Direttiva Europea del 23 Ottobre 2000/60//CE che identifica i Distretti Idrografici come la principale unità  amministrativa per la gestione dei bacini idrografici, il nuovo Consiglio  vuole e deve operare per le funzioni sotto elencate:

1. Sistemazione e gestione degli impianti idrovori, dei canali e dei corsi di acqua di bonifica ed irrigui e alla connessa rete idrografica minore;
2. Provvista di risorse idriche ad uso prevalentemente irriguo;
3. Utilizzo delle rete irrigue per uso plurimo con relativa produzione di energia pulita;
4. Utilizzazione delle acque ad uso irriguo per produzioni in serra in  tutte le stagioni;
5. Valorizzazione e tutela di ambiti agricoli pregiati e di aziende agricole vitali;
6. Georeferenziazione dell'intero comprensorio consortile e messa in essere di dinamiche tecniche per proposte progettuali in ambito Europeo, Nazionale e Regionale, con  maggiore attenzione alla progettazione finalizzata al P.S.R. Calabria 2014-2020;
7. Difesa Ambientale e del Paesaggio dell'intero territorio, da perseguire con richieste di aiuto finanziario e progettuale presso tutte le Istituzioni che governano la materia.

In sintesi il nuovo Consorzio vuole esplicare attività  rivolte ad attuare funzioni complesse ed articolate che generino azioni di sviluppo economico, di produzione agricola, di difesa del suolo, di difesa dell'ambiente e del paesaggio e alla conservazione e utilizzazione del patrimonio idrico.
In altri termini, attività  dirette al consolidamento e alla trasformazione del territorio e quindi una generale programmazione del territorio di propria competenza.
Siamo coscienti che le attività  dei Consorzi di Bonifica Integrali, sono in continua evoluzione e che la regolazione idraulica del comprensorio costituisce lo strumento indispensabile e di supporto a tutti gli insediamenti delle attività  produttive per cui solo una programmazione organica e plurisettoriale, condotta e attuata con spirito di collaborazione fra Enti diversi, e con l'ausilio di adeguati strumenti informatici quali SIT (Sistemi Informativi Territoriali), sarà  in grado di garantire le condizioni per un armonico e razionale sviluppo del territorio.
Per dare piena efficienza operativa all'Ente, occorre con immediatezza dare vita alle seguenti attività  gestionali:

- Sistema Informativo;
- Controllo Sistemi Idraulici;
- Utilizzo Immagini Georeferenziati interfacciati con i dati catastali alfanumenrici;
- Gestione Dati;
- Telerilevamento;
- Accordi con altre realtà ;
- Produzione ed emissione in proprio dei tributi consortili.

Oggi, più che mai, l'autogoverno di queste funzioni, cui si associa l'onere finanziario, rappresentano garanzia per il governo dell'ambiente, a condizione che vi sia la giusta attenzione della Regione nel dare adempimento alle norme che disciplinano la materia, nella certezza che, come sempre, se messi in condizioni oggettive di poter operare, sapranno adempiere fino in fondo al loro dovere, nell'interesse della collettività  e a difesa del settore agricolo, sempre più bisognevole di servizi adeguati ai tempi per vincere le continue avversità  cui ਠesposto.




Ultimo aggiornamento: 21/03/2016 21:15:50